La mia avventura circa l’omosessualità di mio figlio

Quando ho scoperto nel 1998 che mio figlio è gay, non sapevo niente circa l’omosessualità. Quando mia moglie scoprì l’omosessualità di nostro figlio, era devastata e me lo confidò. Mentre cercavo di calmarla, pensavo a cosa potevo fare. Pochi giorni dopo, mio figlio rivelò prima a mia moglie e poi a me che era gay. Pochi giorni passarono tra questi eventi ed ebbi l’opportunità di pensare. Io dissi :”Questa è la tua vita. Avrai una vita difficile, ma noi saremo sempre con te”. Mentre dicevo questo, credevo davvero che lui potesse decidere da solo che tipo di vita volesse e cosa potesse farlo felice. Nei giorni seguenti, mio figlio provò a parlarmi ma io gli dissi che non volevo. Perché non ero informato e potevo fargli male senza volerlo. Perché lui era molto sensibile e fragile. Più tardi, ho iniziato ad informarmi leggendo giornali e brochures che mio figlio lasciava in giro per casa e ho iniziato a parlare con lui. Ho imparato un sacco di cose che non sapevo da lui. Ho conosciuto altre persone LGBT e i miei pregiudizi iniziarono a dissolversi. Comunque, non potevo condividere questa situazione con nessuno se non poche persone nella famiglia e pochissimi amici vicini. Penso comunque che avessi accettato la sua omosessualità. Oggi posso, infatti, condividere questo con tante persone, posso dare interviste mettendoci il mio nome e la mia faccia. Ho capito che la vera accettazione è ora. Sono passati 10 anni così. E’ stato difficile. Portavo il peso di vivere una bugia. Nel maggio 2008, mio figlio mi disse che due madri (di persone gay) e alcune persone LGBT avrebbero iniziato ad incontrarsi in un caffè e che potevo andarci, se volevo. Mia moglie ed io allora andammo a quell’incontro. Mi piacque essere con persone che parlavano lo stesso linguaggio. Quando ci andammo per la prima volta, ero l’unico parente maschio. Una madre, quando mi vide arrivare, chiamò suo marito e gli disse di venire così che ci fossero due padri all’incontro. Questo mi fece pensare che avevo la missione di incoraggiare altri padri ad unirsi a noi e mi impegnai a partecipare ad ogni meeting. Qualche tempo dopo, due madri andarono in Italia per un incontro AGEDO e quando tornarono, contattamo CETAD (un associazione di dottori sulla sessualità) e iniziammo incontri regolari con psichiatri nell’ottobre 2008. Il mio periodo di reale informazione iniziò. Più eravamo informati e acquistavamo confidenza, iniziammo a dare interviste per giornali e a partecipare a programmi radio. Lì, usavamo degli pseudonimi. Poi, per la prima volta in novembre 2010, un intervista fatta da noi (due padri e una madre) venne pubblicata per uno dei più popolari quotidiani Turchi con i nostril veri nomi e foto. Fu allora che capii l’omosessualità di mio figlio. Io, che l’avevo scoperto prima ma non potevo condividerlo con nessuno, ora posso apertamente parlare di questo con tutti. Perché ho la conoscenza necessaria per rispondere e ho confidenza in me stesso. Ora, sento che il nostro impegno reale è dare aiuto alle altre famiglie per essere meglio informate e avere migliori relazioni con i loro figli.